Dal Secolo d'Italia di giovedì 3 gennaio
Delle provocazioni di questi neocon non se ne può proprio più. Dopo aver parlato di “islamo fascismo” adesso sono arrivati ad accusare, sempre di fascismo, i democratici statunitensi. Della serie: le presidenze di Woodrow Wilson, Franklin D. Roosevelt e John Kennedy sono state l’anticipazione e la continuazione del fascismo in terra americana. Ora, a parte il fatto che il new deal rooseveltiano si era realmente ispirato in buona parte alla politica sociale mussoliniana, la tesi neocon fa davvero ridere e fa il paio con chi sull’altro versante accusava di fascismo la politicadi MacCarthy o quella di Nixon. La provocazione scaturisce da un libro del neocon Jonah Goldberg (nella foto) intitolato proprio Liberal fascismo e ripropone una tesi di Ann Coulter, secondo cui i liberal sarebbero “fascisti” perché attentano a tradizionali valori americani quali il militarismo e la pena di morte.
Be’, avevamo già sentito di tutto. Dai liberali erano stati definiti fascisti anche i comunisti, fautori di un’ideologia rivoluzionaria che veniva apparentata a quella in camicia nera. Dai comunisti venivano dichiarati fascisti tutti quelli che si opponevano loro. Per i poliziotti sono stati fascisti gli studenti sulle barricate, visti come emuli della tradizione squadrista. Ma per molti studenti, a loro volta, erano fascisti i poliziotti e i militari. E non sono mancati i benpensanti, anche di sinistra, che hanno considerato fascista qualsiasi forma di giovanilismo. Fascisti sono stati definiti
anche Mao e Castro come Pinochet e Reagan...
Tutto e il contrario di tutto. Sino a queste ultime provocazioni, sul fascismo dei fondamentalisti islamici e anche… dei kennediani. Modesta proposta: invitiamo tutti quelli che continuano a interpretare l’oggi con il fascismo (o con il comunismo, lo schema è analogo) ad abbandonare definitivamente qualsiasi riferimento alle tentazioni, alle incandescenze e alle stesse illusioni del Novecento. Sono passati otto anni dall’inizio del nuovo secolo. E oltre diciotto dalla caduta del Muro.
Be’, avevamo già sentito di tutto. Dai liberali erano stati definiti fascisti anche i comunisti, fautori di un’ideologia rivoluzionaria che veniva apparentata a quella in camicia nera. Dai comunisti venivano dichiarati fascisti tutti quelli che si opponevano loro. Per i poliziotti sono stati fascisti gli studenti sulle barricate, visti come emuli della tradizione squadrista. Ma per molti studenti, a loro volta, erano fascisti i poliziotti e i militari. E non sono mancati i benpensanti, anche di sinistra, che hanno considerato fascista qualsiasi forma di giovanilismo. Fascisti sono stati definiti
anche Mao e Castro come Pinochet e Reagan...
Tutto e il contrario di tutto. Sino a queste ultime provocazioni, sul fascismo dei fondamentalisti islamici e anche… dei kennediani. Modesta proposta: invitiamo tutti quelli che continuano a interpretare l’oggi con il fascismo (o con il comunismo, lo schema è analogo) ad abbandonare definitivamente qualsiasi riferimento alle tentazioni, alle incandescenze e alle stesse illusioni del Novecento. Sono passati otto anni dall’inizio del nuovo secolo. E oltre diciotto dalla caduta del Muro.
Luciano Lanna, laureato in filosofia, giornalista professionista dal 1992 e scrittore (autore, con Filippo Rossi, del saggio dizionario Fascisti immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla destra. Vallecchi 2004), oltre ad aver lavorato in quotidiani e riviste, si è occupato di comunicazione politica e ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai. Già caporedattore del bimestrale di cultura politica Ideazione e vice direttore del quotidiano L'Indipendente, è direttore responsabile del Secolo d'Italia.
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