Dal Secolo d'Italia di mercoledì 13 febbraio 2008
Alla fine parla Wilfried Martens, il presidente del Ppe (nella foto). E d'un tratto il politico belga chiarisce tanti dubbi e allontana tanti timori su quella che era sembrata una decisione affrettata, quasi una scelta obbligata per far fronte a un Pd che si presentava da solo.
«A seguito dello scioglimento del parlamento italiano e nella prospettiva di elezioni il 13 e 14 aprile - ha spiegato Martens - ho invitato i partiti del centrodestra in Italia ad unirsi in una comune battaglia contro la coalizione di centrosinistra». Del resto si era saputo sia di una lunga telefonata di Berlusconi al politico belga sia della partecipazione di Fini alla convenzione europea dell'Ump, alla presenza di Sarkozy e della Merkel. Non si è trattato, insomma, né di annessione né - come si sono affrettati a dire dal centrosinistra - di "maquillage" elettorale. La scelta della lista comune tra An e Forza Italia è arrivata per esplicita sollecitazione del Partito popolare europeo.
Tanto che Martens ieri ha spiegato ai vertici del Pdl che, a questo punto, accettare e aderire pienamente al programma di base del Ppe è la condizione "fondamentale" per poterne entrare a fare parte. Saranno poi i capi di Stato e di governo e i leader di partito dei popolari europei a dire l'ultima parola sull'ingresso del Popolo delle libertà nel gruppo del Ppe all'Europarlamento. Visti i precedenti dell'applauso e degli auguri a Fini chiesti da Sarkozy al meeting parigino, difficile immaginare ostacoli.
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