«Il Secolo»: solo Guzzanti fa satira
«Bentornato, Corrado Guzzanti. In una campagna elettorale giocata sul “casting” delle candidature, si sentiva la mancanza della satira che non guarda in faccia a nessuno e non si autocensura per appartenenza politica». Il titolo non lascia spazio a dubbi: «Corrado, sei tutti noi». In una recensione-saggio di due intere pagine centrali, ieri Roberto Alfatti Appetiti ha ufficialmente sdoganato Corrado Guzzanti sul Secolo d'Italia. Un elogio sperticato che parte dal Padre Pizzarro appena inventato per «Parla con me» di Serena Dandini. E poi attraversa l'intera carriera di Guzzanti fino a Fascisti su Marte, definito «un'intuizione geniale». Ovviamente non mancano i colpi a sinistra: «A Guzzanti non perdonano le imitazioni degli esponenti del centrosinistra». C'è un'aria bipartisan che circola nella satira? Marco Travaglio appare scettico: «La satira di Corrado Guzzanti, come quella di Sabina Guzzanti o di Luttazzi ha sempre menato a destra come a sinistra. Aver sostenuto, com'è accaduto, che tutto si sarebbe trasformato in un vantaggio per il centrosinistra significa una sola cosa: non aver mai ascoltato il loro lavoro. Non aver mai visto Corrado che imitava Rutelli, Sabina che si metteva nei panni di D'Alema, Luttazzi che nel 2001 definiva "un Berlinguer morto più vivo di Rutelli in campagna elettorale". Forse qualcuno ha spiegato bene le battute di Guzzanti a quelli del Secolo d'Italia. Hanno capito. Si sono messi a ridere, meglio tardi che mai, vorrà dire». Lei pensa, Travaglio, che siamo di fronte a un cambiamento di mentalità di una parte del centrodestra? «Se è così, lo mettano anche nel programma di governo. Basterà un "ridateci la satira". Anche se la cosa fa sorridere. I Mario Landolfi, i Maurizio Gasparri che per anni se la sono presa con la satira in tv non sono forse esponenti di An?» Non si stupisce molto Antonio Cornacchione, famoso per il personaggio del «modesto adulatore e difensore di Berlusconi» («Povero Silvio!», l'intercalare che ha creato un'etichetta): «Guzzanti è bravissimo e avrebbero fatto una pessima figura a sostenere il contrario. Per ora, l'unico a non essere sdoganato da quelle parti mi sembra sia Walter Veltroni... Comunque sia, io ho un vasto pubblico di autentici fan di Silvio che seguono i miei spettacoli. Gli italiani sanno divertirsi con la giusta dose di coscienza e autoironia. Certo, quando vanno a votare le cose cambiano». Poi cita un episodio eloquente. «Una volta, mi pare a Pordenone, la platea si divise politicamente a metà e le parti cominciarono a fischiarsi. Ma il popolo è meglio dei suoi rappresentanti. Nessuno prese a sputi gli avversari».
Paolo Conti
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