Dal Secolo d'Italia di sabato 17 maggio 2008
«Complimenti al sindaco», fa sapere l’interprete. È la prima vera uscita pubblica di Alemanno da primo cittadino di Roma. E a congratularsi con lui è nientemeno che Lawrence Ferlinghetti, uno dei monumenti viventi della poesia del Novecento, arrivato nella Capitale per una serie di iniziative dedicate alla sua produzione letteraria. I due – il poeta e il sindaco – hanno presenziato alla conferenza stampa che illustrava un reading poetico, una serie di letture e una performer che, insieme, rappresentano un grande omaggio di Roma a Ferlinghetti. E quando la giornalista Adele Cambria chiede ad Alemanno il senso dell’interesse della destra nei confronti di Pasolini, della beat generation e, appunto, di Ferlinghetti, la risposta del sindaco entusiasma visibilmente il vecchio poeta. «Si tratta di autori – ha spiegato Alemanno, riferendosi a Pasolini e ai beat – che hanno espresso una grande e lucida capacità di critica nei confronti del consumismo, del materialismo e dell’omologazione. Non potevano non essere letti e apprezzati anche da destra. La beat generation, in particolare, è la vera matrice della sensibilità che culminò in quel ’68 di cui quest’anno ricorre il quarantennale. E su questo occorre oggi essere capaci di una lettura complessiva…». A questo punto l’attenzione del pubblico e di Ferlinghetti sale di intensità: «Sul ’68 – incalza Alemanno – noi siamo critici sulla sua deriva ideologica che, in realtà, ne ha tradito lo spirito originario. La beat generation, precorrendo la contestazione, aveva infatti avuto un ruolo importante nel rappresentare la spinta delle giovani generazioni contro il consumismo, ma fu una speranza cancellata dal prevalere degli ideologismi. Il marxismo, in particolare, ha ucciso lo spirito [continua tra poco...]
Luciano Lanna, laureato in filosofia, giornalista professionista dal 1992 e scrittore (autore, con Filippo Rossi, del saggio dizionario Fascisti immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla destra, Vallecchi 2004), oltre ad aver lavorato in quotidiani e riviste, si è occupato di comunicazione politica e ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai. Già caporedattore del bimestrale di cultura politica Ideazione e vice direttore del quotidiano L'Indipendente, è direttore responsabile del Secolo d'Italia.Sull'argomento si segnala, inoltre, il seguente articolo:
Alemanno si riscopre beat: fu il marxismo a uccidere il 68
Articolo di Lauretta Colonnelli
Corriere della Sera (pag. 13) del 17 maggio 2008
Corriere della Sera (pag. 13) del 17 maggio 2008
ROMA - «Un monumento della poesia contemporanea», così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha presentato Lawrence Ferlinghetti, che ieri in Campidoglio ha annunciato le due serate di letture e performance al teatro India, ieri, e questa sera a Tor Bella Monaca, estrema periferia. Alemanno ha elogiato non solo il poeta newyorkese di origini bresciane, che a marzo ha compiuto 89 anni, ma ha riconosciuto la «valenza profonda» della beat generation, il movimento di cui Ferlinghetti fu uno dei padri fondatori e che anticipò il ' 68. «Non si tratta di scoprire la cultura beat e Ferlinghetti, che sono sempre stati letti a destra - ha sottolineato il sindaco -. Occorre piuttosto fare delle distinzioni rispetto all' ideologia marxista che ha ucciso il ' 68. La beat generation rappresenta, secondo noi, quel rifiuto del modello materialista della società che fu anche di Ezra Pound, il poeta che si batté contro l' omologazione consumista, il mostro della nostra società». Osservazioni che nascono come replica alla confessione d' amore di Ferlinghetti per Pier Paolo Pasolini. Alemanno dice anche di apprezzare in Pasolini la posizione contraria all' omologazione esistenziale: «Nei suoi versi ci sono critiche a quegli aspetti del nostro mondo sui quali si incontrano personalità trasversali, nell' intento di preservare la particolarità e la singolarità dell' individuo dalla standardizzazione universale». E aggiunge: «C' è chi come me ha trovato risposte a queste istanze nella cultura cattolica, chi in altre forme». Ferlinghetti sorride e ringrazia per una medaglia che il sindaco gli regala, come ricordo di Roma. E subito dopo commenta: «Sono sorpreso per le tante cose che abbiamo scoperto di avere in comune». Conclude dicendo di sentirsi oggi «zapatista» e precisando di far riferimento al rivoluzionario messicano Emiliano Zapata (1879-1919) e non al leader spagnolo Zapatero, «di cui non so quasi nulla». «Meglio - commenta sottovoce Alemanno - non si è perso niente».
1 commento:
Ciao forse t'interesserà sapere che stiamo allestendo il blog di Adele Cambria la giornalista, attrice e scrittrice citata nel tuo post.
Grazie dell'attenzione.
Roberto Bernabo'
P.S: Ti lascio il link da questo commento.
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