lunedì 26 maggio 2008

Conan addio, è l'ora degli esploratori (di Tintin)

Corsivo di Tintin
Dal Secolo d'Italia di sabato 24 maggio 2008
Accidenti! A furia di elogiare il rischio, di accarezzare il nuovo, di anticipare gli eventi o di navigare in mare aperto, a Conan tocca adesso andare in pensione. O magari potrebbe chiedere asilo cultural-politico sulle colonne di qualche quotidiano che ancora si attarda nel nome di identità intangibili, di schieramenti precostituiti, di riflessi condizionati. Potremmo, magari, ritrovarcelo su Libero.
Ma è giusto un esempio. E attenzione comunque: non è uno sconfitto, Conan. Anzi, è un vincitore. Le sue messe a punto non servono più perché sono arrivate (quasi) tutte a buon segno. Da questi parti tira un’altra aria, aria nuova di curiosità e esplorazione. Il dato è stato tratto: la rivoluzione italiana è iniziata ed è arrivata da destra. Non c’è più bisogno di un barbaro nerboruto come lui per dire quello che tutti pensano (da De Gregori a Pansa e Venditti, da Capanna alla Cavani...): che il Novecento è finito, che la pacificazione nazionale è cosa acquisita, che contano i fatti e non le ideologie, che destra e sinistra sono luoghi della politica ma non sono la politica, che l
a storia patria non può che essere condivisa...
Questa nuova Italia maggioritaria non può allora essere rappresentata che dalla faccia gioviale di un ragazzino curioso, che percorre i sentieri del pensiero umano senza ritrosie e scontrosità psicologiche. Troppo giovane per avere vecchi rancori e nuove acrimonie. Quel che serve è l’invadenza giovanile di una generazione che non considera la cultura, le scelte, le decisioni politiche come proprietà privata di qualcuno: va fatto quel che serve fare, semplicemente la cosa giusta. Serve la capacità di giocare a tutto campo senza affaticamenti e rallentamenti; serve la voglia indiscreta di parlare con tutti, nessuno escluso, perché ognuno può portare qualcosa di buono. Ed è necessaria, anche, la sfrontatezza di chi sa cambiare idea senza ergersi a difensore di alcunché. In politica, in Italia, è arrivato il tempo dei pionieri e degli esploratori.
Tintin non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tintin, benvenuto!