Dal Secolo d'Italia di mercoledì 28 maggio 2008
Ragazzi miei che noia! Ancora che fate a botte nel 2008! Che sprecate interi pomeriggi a urlare slogan nei megafoni, a volantinare, a salutarvi col pugno chiuso o con la mano tesa… È davvero questo che combinate tutto il giorno? Ma è possibile che il puro dato cronologico su di voi non abbia ancora avuto effetto? Non vi chiedo di prendere un libro in mano ma di riflettere due minuti di orologio: la rivoluzione d’Ottobre risale al 1917, la marcia su Roma segue di lì a poco, 1922. Un’ideologia vecchia di 91 anni la prima, un’esperienza di 86 anni fa la seconda: due nonnette. Io così anziano non sono ma è come se alla vostra età, nel 1977, mi fossi scalmanato inneggiando a Turati! Mi avrebbero portato via in ambulanza ancor prima di beccare una tortorata! Ma proprio voi che avete vent’anni, che potreste viaggiare per il mondo con il solo passaporto della passione e della vita, vi andate a rinchiudere in una brutta strada di Roma a rischiare la testa, un coma o anche una minima ferita di striscio da dare o da prendere! E se vi dicessi che non c’è nessuna posta in palio? Che le tragedie si replicano in farse (Marx dixit)? Del resto, ci stanno in giro terroristi o assassini che rimpiangono quel loro principio di follia, che adesso parlano di anni dementi e insensati, sprecati in nome di nulla e soprattutto di nessuno… Ci sta un senso comune – non già unbuon pensiero – che finalmente concorda sul fatto che le ideologie sarebbero stramorte e strasepolte, che destra esinistra indicherebbero due direzioni… Ma qual è ilvostro problema, l’impegno? Se fosse questo, migliaia dionlus vi attendono a braccia aperte, luoghi di solidarietàe di valori, non già del vago irriferibile sentire che vi animava ieri, anti-tutto e per-nulla, tempo sfarinato nell’illusorio rifiuto di una società che comunemente disprezzate tanto quanto facevano molti, per imitazione e per falsa rabbia, quarant’anni fa, trent’anni fa, vent’anni fa… Tempo scaduto ragazzi! E se date un’occhiata alle tribune, pochissimi spettatori sbadiglianti.
Giuliano Compagno ha pubblicato 16 volumi, tra saggistica, comica e narrativa, tra cui i romanzi Generazione zero, L'assente, Il sesso è una parola, Memoria di parte sino al più recente Siamo come negozi (Coniglio editore). Ha scritto per il teatro di Giancarlo Cauteruccio. Ha tradotto opere di Bataille, Beckett, Bullough, Jarry, Klossowski. Appartiene al Novecento. La sua richiesta di entrare nel Ventunesimo secolo è stata respinta. Non ha presentato ricorso.
1 commento:
Condivido in pieno, naturalmente se l'accorato appello è rivolto ai giovani di entrambe le parti dell'ormai scaduta dicotomia.
Pensare che gli unici 2 attuali modi di concepire la "politica" sono diventati il voto ai parlamentari o la discesa in piazza m'intristisce molto. Per me la Politica è un'altra cosa.
Giuliano Compagno non chiede di leggere un libro (anche se credo lo speri :-)) ma io un bignami della Arendt a questi ragazzi lo consiglierei vivamente.
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