


E poi l’amore, «che ha diritto di essere disonesto e bugiardo. Se è sincero». Il potere rigenerativo delle seconde nozze. Marchesi, due anni prima di quell’ultima giornata d’estate, lasciatosi alla spalle il matrimonio con Bianca Lattuada, si era innamorato della sua governante sarda, Enrica Sisti. All

«Per la gioia sono ingrassato di dieci chili – ripeteva agli amici – e dire che avevo fatto sacrifici inutili per calarne venti, tanto per non procurare uno choc troppo traumatizzante a mio figlio. “Quel poveretto, appena apre gli occhi e mi vede gli verrà un dubbio: ma quello è mio padre o mio nonno?” Allora mi ero deciso a compiere l’operazione restauro: via i chili superflui, e via anche la barba che, quando si è su di anni, non fa contestatore ma solo matusa».
Quando, nel marzo del 1977, pubblica Sette zie (nella mitica collana degli Umorlibri di Rusconi) – «un giallo della memoria, l

Beati noi anche a rileggere adesso i suoi funambolici libri, ricchi di aforismi e riflessioni. Da Essere o

«Una pecora nera in un gregge di pecore bianche – l’ha definito Roberto Gervaso – perché da noi gli umoristi puri non hanno mai avuto fortuna. E quei pochi si contano sulle dita di una mano e Marchesi del grande umorista aveva la sagacia psicologica, l’indulgenza e la malinconia, l’agilità, l’entusiasmo e la ve

Già, dietro a un grande attore c’è sempre (o quasi) un grande autore. E Marchesi era il più grande di tutti. Messa nel cassetto la laurea in giurisprudenza, aveva iniziato a scrivere a metà degli anni Trenta su Il Bertoldo, alternativa della Rizzoli al Marc’Aurelio romano, palestra di satira diretta da Vito De Bellis. Un vulcano in continua eruzione, Marchesi. Non si è più fermato. Specialmente dopo aver fatto, da milanese, la sua “marcia” (artistica) su Roma. Nella capitale partecipa da protagonista alla nascita del nuovo cinema comico italiano: la commedia. Inizia come sceneggiatore – quasi sempre in coppia con Vittorio Metz, una sessantina di film all’attivo – e si fa regista di pellicole esilaranti, lavorando con attori del calibro di Erminio Macario e Totò. Senza trascurare la passione per la rivista, naturalmente. Nei primi anni Cinquanta porta in teatro Controcorrente: via la tradizionale passerella ed ecco il cabaret moderno con monologhi alternati
a canzoni.
E poi la televisione, un’autostrada che conduce dritta al cuore degli italiani con la velocità degli sketch. Impossibile ricordare le innumerevoli quanto fortunate trasmissioni scritte da lui, da L’amico del giaguaro a Quelli della domenica, varietà del ’68 in cui fa la sua prima apparizione un giovane e semisconosciuto Paolo Villaggio nei panni del dottor Kranz e di Fracchia.
Scopritore di talenti, dicevamo. C’è il suo zampino dietro l’affermazione di personaggi come Mario Riva, Mike Bongiorno, Domenico Modugno, Delia Scala, Nino Taranto, Ugo Tognazzi, Sandra Mondaini e l’elenco potrebbe continuare ben oltre i confini del nostro paginone.
Da sottolineare, semmai, come Marchesi - terzista ante litteram, della razza libertaria dei Flaiano e dei Pannunzio – apprezzasse soprattutto gli irregolari, respingendo ogni allineamento politico di convenienza e senza mai cercare di com
piacere i vertici Rai. Tanto da volere Leo Valeriano, artista dichiaratamente di destra, per la rivista televisiva Ti piace la mia faccia?, che venne però clamorosamente bocciata proprio dai dirigenti Rai. Anni dopo, sempre con il buon auspicio di Marchesi, Valeriano inaugurerà il nuovo locale "L’Ideota".
E pochi ricorderanno il Kamasultra, classico indiano dell’erotismo, realizzato con testi di Marchesi e disegni di Benito Jacovitti. È il 1977 e le falangi dell’ideologia si apprestano a cancellare definitivamente l’ala cre
ativa della contestazione. Non a caso questa opera “scandalosa” – nel 2002 riapparsa in libreria in edizione integrale grazie a Stampa Alternativa – costò a Jacovitti l’interruzione della collaborazione con “DiarioVitt”.
Una vera passione, quella di Marchesi per i fumetti. Sue le traduzioni dei primi albi di Asterix pubblicati in Italia. È lui l’ideatore della nota frase di Obelix – «Sono Pazzi Questi Romani» – il cui acronimo è SPQR.
Per molti – i più – Marchesi rimane però “il signore di mezza età”, dal nome del programma che lo vede sceneggiatore e conduttore. Da quella tribuna e per una volta senza affidarsi ad altri, gioca con miti, riti e vizi dell’Italia del boom: «Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: “Come è morto? Gli è scoppiato il portafogli”».
Nessun altro autore ha alimentato come lui l’immaginario collettivo. Molti non lo sanno o l’hanno dimenticato troppo in fretta – perché, per dirla con Marc
hesi, «se ritardo d’un paio d’ore succede la fine del mondo, se muoio non se ne accorge nessuno» – ma sua è la paternità di battute e spot che hanno fatto la storia del costume italiano del dopoguerra. Fonti inesauribili, ampiamente saccheggiate negli anni a seguire. «Anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano» è sua, non di Gino e Michele, che l’hanno ripresa per titolarci un libro del 2002. E sue sono: «Con quella bocca può dire ciò che vuole», «Falqui: basta la parola!», «Il brandy che crea un’atmosfera», «Il signore sì che se ne intende». È la stagione del Carosello, straordinario contenitore pubblicitario e appuntamento immancabile per le famiglie italiane: per i grandi – che si preparavano a godersi la serata davanti al piccolo schermo – e per i piccoli, per i quali segnava l’ora di ritirarsi. E ancora una volta a muovere i fili c’è lui, instancabile fabbricante di idee, giochi di parole e paradossi rimasti celebri. Ben più del loro creatore. «Il mondo è fatto a scale, chi è furbo prende l’ascensore». Lui è salito di corsa e ne è sceso ruzzolando. Perché la sua missione, nobilissima, era far ridere.

E poi la televisione, un’autostrada che conduce dritta al cuore degli italiani con la velocità degli sketch. Impossibile ricordare le innumerevoli quanto fortunate trasmissioni scritte da lui, da L’amico del giaguaro a Quelli della domenica, varietà del ’68 in cui fa la sua prima apparizione un giovane e semisconosciuto Paolo Villaggio nei panni del dottor Kranz e di Fracchia.
Scopritore di talenti, dicevamo. C’è il suo zampino dietro l’affermazione di personaggi come Mario Riva, Mike Bongiorno, Domenico Modugno, Delia Scala, Nino Taranto, Ugo Tognazzi, Sandra Mondaini e l’elenco potrebbe continuare ben oltre i confini del nostro paginone.
Da sottolineare, semmai, come Marchesi - terzista ante litteram, della razza libertaria dei Flaiano e dei Pannunzio – apprezzasse soprattutto gli irregolari, respingendo ogni allineamento politico di convenienza e senza mai cercare di com

E pochi ricorderanno il Kamasultra, classico indiano dell’erotismo, realizzato con testi di Marchesi e disegni di Benito Jacovitti. È il 1977 e le falangi dell’ideologia si apprestano a cancellare definitivamente l’ala cre

Una vera passione, quella di Marchesi per i fumetti. Sue le traduzioni dei primi albi di Asterix pubblicati in Italia. È lui l’ideatore della nota frase di Obelix – «Sono Pazzi Questi Romani» – il cui acronimo è SPQR.
Per molti – i più – Marchesi rimane però “il signore di mezza età”, dal nome del programma che lo vede sceneggiatore e conduttore. Da quella tribuna e per una volta senza affidarsi ad altri, gioca con miti, riti e vizi dell’Italia del boom: «Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: “Come è morto? Gli è scoppiato il portafogli”».
Nessun altro autore ha alimentato come lui l’immaginario collettivo. Molti non lo sanno o l’hanno dimenticato troppo in fretta – perché, per dirla con Marc

5 commenti:
Bello.
E'bello scoprire tante cose che non si conoscono!
Grazie. Sì, la curiosità è la linfa della vita.
Un abbraccio
Rob
Grande Roberto! L'ho letto stamattina direttamente dal cartaceo e sono rimasto molto soddisfatto!
Avanti così!
Grazie e complimenti a te per il pezzo uscito questa mattina sul domenicale sugli ultras... Presto disponibile anche qui. :)
Buona domenica
Ero solo una bambina, ma ricordo che mio padre adorava Marcello Marchesi.
Un uomo di grande spessore, intelligenza ed arguzia: peccato che quelli come lui non li fabbricano piu'!
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