lunedì 1 settembre 2008

E sotto l'ombrellone la destra legge Drieu, Tremonti e Pratt (di Michele De Feudis)

Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia, edizione domenicale del 10 agosto 2008
Il libro d’estate, al mare o in montagna, è da sempre un indicatore di tendenze, di passioni e di mode. Scegliere l’opera del proprio autore preferito, o indugiare sulle pagine dell’ultimo fenomeno letterario? Parlamentari, scrittori, intellettuali e giornalisti del mondo culturale della destra e del Secolo d’Italia, rifuggendo un’impossibile “metafisica del libro sotto l’ombrellone”, hanno disegnato un panorama di letture con pochi classici e tante sollecitazioni legate allo svago quanto alla ricerca storica o politica. E il quadro finale è una fotografia d’insieme di un mondo che legge romanzi e saggistica senza guardare troppo alle etichette politiche, una destra plurale in sintonia con lo spirito del tempo. E se resiste in qualcuno il desiderio malcelato di indicare letture generaliste, di strizzare l’occhio a una certa vulgata nuovista escludendo dal proprio Pantheon o dal proprio tascapane ideale la grande letteratura nata tra le due guerre, con la fascinazione per il sogno “immenso e rosso”, ci ha pensato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a spiazzare tutti: tra le sue letture estive ci sarà il saggio di Maurizio Serra, Fratelli separati, su Drieu La Rochelle, Aragorn e Malraux, edito dalle Edizioni Settecolori del nostro compianto Pino Grillo…
Buone e cattive letture della destra in vacanza: il catalogo è questo. Se è prevedibile immaginare che il capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri, non leggerà i romanzi di Andrea Camilleri, il filosofo, nonché docente di estetica alla Statale di Milano, Stefano Zecchi, autore dell’imperdibile Sillabario di fine millennio, consiglia «i grandi classici: d’estate c’è anche il tempo di rileggere autentici mattoni come I fratelli Karamazov di Dostoevskij, La montagna incantata di Mann, Il Castello o Il Processo di Kafka». Italo Bocchino, vice capogruppo alla Camera, si divide tra «la biografia di Enrico Mattei, scritta da Giorgio Galli, indispensabile in tempi di riflessione sulle politiche energetiche nazionali, un testo di teologia light, L’anima e il suo destino di Vito Mancuso, e il libro di Melania Rizzoli sulla sua battaglia contro il cancro, Perché proprio a me». Il neopresidente dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, Paolo Di Caro in queste vacanze si concentrerà «sul romanzo di Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, il “thriller noir” La finestra rotta di Jeffery Deaver, e La spada di Mishima, l’ultima biografia dello scrittore giapponese scritta Christopher Ross». Il direttore editoriale di Area, scrittore fantasy, Gabriele Marconi, autore del tolkieniano Il regno nascosto, racconto scritto a quattro mani con Enrico Passaro, si cimenterà al mare «in Congiura di Davide Mosca, sulla fine di Catilina. Poi c’è Il Visconte di Bragelonne di Alexandre Dumas. In più leggerò per la prima volta in inglese il Signore degli anelli, e infine L’ultima del diavolo, di Pietrangelo Buttafuoco, una storia originale raccontata con la musicalità del racconto orale». Maurizio Cabona, critico cinematografico de Il Giornale e studioso di geopolitica: «Consiglio Lo Stendardo, di Alexander Lernet Holenia, un romanzo senza nessun compiacimento sulla fine dell’Austria felix e con sincera nostalgia per un mondo che sta scomparendo, poi Il lungo addio di Raymond Chandler, non solo un giallo ma un testo sull’amicizia, e due opere su Ponzio Pilato, Il procuratore della Giudea di Anatole France, tradotto da Sciascia per Sellerio e Ponzio Pilato di Roger Caillois». Matita furiosa del Secolo, Alfio Krancic, dalla campagna fiorentina: «Leggerò I demoni di Dostoevskij, Le ultime 95 ore di Mussolini di Franco Bandini e Gilles di Drieu». Giampiero Rubei, inventore dell’Alexander Platz e ideatore di eventi jazz sulla scena musicale della Capitale: «Questa estate leggerò Gli otto peccati capitali della nostra civiltà di Konrad Lorenz e in vista delle celebrazioni del prossimo anno Il codice di Perelà, romanzo futurista di Aldo Palazzeschi». Il neopreside della facoltà di giurisprudenza tarantina dell’Ateneo di Bari, Antonio Uricchio, si dividerà «tra Il padiglione d’oro di Mishima, Io non ho paura di Niccolò Ammaniti e La paura e la speranza di Giulio Tremonti». Ecco gli orientamenti di Angelo Mellone, direttore editoriale della Fondazione Farefuturo, prima di partire per la Grecia: «Porterò con me Napoli ferrovia di Ermanno Rea, Outlet Italia di Aldo Cazzullo, e Canton Express di Giuliano da Empoli». Il maestro Paolo Isotta, firma raffinatissima del Corriere della Sera, dopo il soggiorno salisburghese, attende di ricongiungersi sul mare ragusano con il suo cenacolo di “consanguinei” per dissertare delle sue ultime letture: «Capitan Fracassa di Théophile Gautier e il secondo volume della Vita di Giovanna D’Arco di Anatole France». Il sociologo dell’Università del Molise, Ivo Germano, cala questo tris: «Grand River degli originalissimi Wu Ming, il sorprendente romanzo su giornalismo e calcio di Roberto Perrone, La lunga, e Iconostasi. Saggio sull'icona di Pavel Florenskij». Il neodeputato Barbara Saltamartini incappa fortunatamente nell’intervistatore del Secolo appena uscita da una libreria Feltrinelli di Roma, dove ha fatto una corposa spesa libraria per la prossima vacanza con la famiglia tra Val Badia e spiagge laziali: «Ho comprato Olocausto bianco di Ferruccio Pinotti, La società attiva di Sacconi, Reaboani, Tiraboschi, un saggio sulla sicurezza, e Le stagioni della vita di Hermann Hesse». Il sindaco di Villa Sant’Angelo, nonché collaboratore delle nostre pagine culturali, Pierluigi Biondi: «Sono alle prese con la lettura delle bozze brossurate del nuovo romanzo di Angelo Petrella, La città perfetta, dal 28 agosto in libreria per Garzanti. Non mancherà tra le mie letture il libro di Silvina Pratt, Con Hugo, dedicato al papà, ed infine proseguirò la scoperta del talento dello scrittore lucano Gaetano Cappelli, con la storia tutta meridionale Parenti lontani». Il direttore de Il Fondo, settimanale telematico di avanguardie culturali, Miro Renzaglia, farà il pieno di liriche. «Primo Le poesie d’amore di Ricardo Reis di Fernando Pessoa, al secondo posto La verità, vi prego, sull’amore di W. H. Auden, Il mare e la sua sponda della lirica americana Elizabeth Bishop». Lo scrittore Omar Camiletti tra le tante letture della stagione sintetizza così la sua ricetta contro possibili scontri di civiltà: «Cercasi paradiso disperatamente. Il viaggio di un musulmano scettico, di Sardar Ziauddin; Il mistero dell'Aleph di Amir Aczel sulla ricerca dell’infinito tra matematica e misticismo e Sortir de la malédiction. L'islam entre civilisation et barbarie dell’antropologo Abdelwahab Meddeb». Il giornalista palermitano Giovanni Tarantino, indagatore delle culture giovanili, suggerisce «Onore ai diffidati di Elisa Davoglio sull’universo ultras, Corto come un romanzo nuovo di Gianni Brunoro sull’eroe inventato dal genio di Hugo Pratt, e infine Due soli di Vincenzo Cerracchio,una storia d’amore con una donna e con la Lazio». Il direttore artistico della rassegna viterbese Caffeina, vera anima della rivista Charta Minuta, Filippo Rossi, da una località non ben definita fuori dai confini nazionali ci comunica via sms la sua triade: «L’adultera di Giuseppe Conte, Mondo senza fine di Ken Follet e Durante di Andrea De Carlo». Provocazioni storiche legate all’attualità e un romanzo divertente, queste le scelte del senatore romano Andrea Augello: «Ora sarà rispolverato dai magazzini delle librerie, ma Arcipelago Gulag di Aleksandr Solženicyn, sarebbe il caso di rileggerlo. In tempi di riforme federaliste porterò con me La vera storia della Lega Lombarda di Franco Cardini. E per chi ama la lettura: Firmino, di Sam Savage, un racconto dickensiano sulla forza redentiva dei libri». L’ordinario di Diritto pubblico presso l’Università di Napoli Agostino Carrino ci rende partecipi della sua condizione di vacanziere con biblioteca al seguito. «Porto con me davvero tantissimi libri. Vi segnalo i tre a me più cari: Pensiero ribelle di Alain de Benoist edito recentemente da Controcorrente, i romanzi e i racconti di Italo Calvino nel Meridiano e poi – immancabile nei miei viaggi - Georges Simenon con Maigret e i vecchi signori». Reduce da un raduno degli alpini in Veneto, la “pasionaria” Elena Donazzan, assessore regionale al diritto allo studio è alle prese con «la Storia degli alpini di Marco Mondini, assistente del revisionista Roberto Vivarelli. E subito dopo sarà la volta di Vera Slepoj, con L’età dell’incertezza, per approfondire la conoscenza dell’universo giovanile, e - dopo esser cresciuta con la memorialistica dimenticata sugli eccidi dei partigiani al nord – Paisà, di Romano Bracalini, sulle pagine nascoste dell’occupazione degli americani nel Sud Italia». Lo storico “sovranista” Franco Cardini ci segnala dal suo soggiorno in terra cinese «in una regione vicina al popolo sofferente degli Oiguri» le sue ultime letture: «La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, La Rivoluzione dei templari di Simonetta Cerrini e Uomini, bestie e dei di Ferdinand A. Ossendowski». Il caporedattore della cultura di Radio Uno, Gianfranco de Turris tiene ferma la barra a destra dalla frescura di Tricase, nella provincia salentina: «Tre libri? I tre inverni della paura di Giampaolo Pansa, un racconto dalla forza visiva di Via col vento nella guerra civile italiana, l’ultimo saggio di Marcello Veneziani, Rovesciare il ’68 e il romanzo La carne e il sangue di Marco De Franchi per l’editore Barbera, il primo che affronta con la narrativa le vicende delle nuove Brigate rosse». In partenza per il Messico, il senatore milanese Paola Frassinetti: «Viaggio ad Ixland di Carlos Castaneda, in tema con la terra che andrò a conoscere oltreoceano, La paura e la speranza del nostro antimercatista Tremonti e una rilettura essenziale, in una edizione di molti anni fa: Gilles di Drieu». Dal mare abruzzese, il giornalista studioso di letteratura e immaginario, Roberto Alfatti Appetiti, offre uno spartito pieno di contaminazioni. «La mia scaletta? Riccardo Arena con il romanzo Quello che veramente ami, legato alle passioni politiche; Sergio Caputo, che oltre a farmi compagnia con il suo jazz, ha scritto il romanzo Disperatamente e in ritardo cane. E una incursione nel mondo dei fumetti con il Maxi Zagor 2008, Corsa mortale». Tre titoli su tre fronti differenti per Maurizio Castro: «Il pittore di battaglie di Arturo Pérez-Reverte, un affresco di guerra e bellezza; Il ladro d’acqua di Ben Pastor, giallista americano e L’accerchiamento di Guido Baglioni, sui compiti e ruoli del sindacato nell’era post-fordista». Il giornalista di Rai Parlamento Giuseppe Ardica seleziona tre romanzi: «La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, A sangue freddo di Truman Capote, e La leggenda di Redenta Tiria di Salvatore Niffoi». Dal profondo del “Cattiverio”, la scrittrice veneta Anna K. Valerio ci informa delle sue prossime tre letture: «In alto le forche, una raccolta di articoli scritti nel ’68 da Franco Freda, Origini indoeuropee del linguista Giacomo Devoto, e i Pensieri antimoderni del colombiano Nicolas Gomez Davila, un libro che bisognerebbe imparare a memoria…». Il segretario dell’Ugl Renata Polverini ha interrotto un tavolo sindacale per metterci al corrente delle sue scelte librarie, che saranno gustate nelle vacanze tra Francia e Cortina: «Un mondo senza povertà di Muhammad Yunus, Luisito di Susanna Tamaro e Mira di Oliviero La Stella, un romanzo costruito sulle avventure di una prostituta albanese tra ricatti e illusioni». «Sergio Caputo, Oriana Fallaci e Giuliano da Empoli sono i miei tre autori per l’estate»: così il parlamentare Pdl sardo Bruno Murgia, tra Disperatamente e in ritardo cane del jazzista romano, il romanzo postumo della giornalista toscana e Canton express del pensatore democrat. Lo studioso di estetica Riccardo Notte: «La sera leggerò l’intenso Esporazioni evolutive di Stuart Kauffman, la mattina al mare mi toccherà invece Uomo impotente cercasi per serena convivenza, di Gaby Hauptmann». Lo scrittore Gennaro Malgieri, già direttore del Secolo e de L’Indipendente, attualmente deputato e consigliere d’amministrazione della Rai: «Questa estate avrò il piacere di immergermi nella lettura dell’ultimo romanzo di Mishima tradotto in italiano, Abito da sera, edito da Mondadori, insieme al saggio Il fascismo rimosso: Cioran, Eliade, Ionesco. E in vista della ormai prossima uscita in ristampa per Longanesi invito a rimarcare l’attualità de Il tramonto dell’Occidente di Spengler». L’ormai prossimo biografo di Filippo Tommaso Marinetti, Giordano Bruno Guerri, dopo un dibattito alla Versiliana e stringendo in braccio il prode pargolo Nicola, declina il suo menù di letture: «Sto riassaporando la ristampa in edizione economica di Alla festa della rivoluzione di Claudia Salaris, sui moti fiumani, poi in vista delle celebrazioni futuriste Novelle colle labbra tinte di F.T. Marinetti, un’opera ristampata quando la Vallecchi era diretta da Umberto Croppi e il racconto di un esordiente, Alessandro Geraldini, Fucking Osama». Tutte legate alla memorialistica le opzioni del giornalista milanese Ippolito Edmondo Ferrario: «Giampaolo Pansa con I tre inverni della paura; Io, fascista di Giorgio Pisanò e La sottile linea nera di Mimmo Franzinelli, testo discutibile, ma con materiale fotografico inedito».
Nicola Rao, giornalista del Tg2 e autore del saggio La Fiamma e la celtica, si porterà in vacanza la ristampa de La voce della fogna, rivista eretica dei giovani missini tra gli anni ’70 e ’80, insieme a «Eseguendo la sentenza di Giovanni Bianconi e La zona cieca di Chiara Gamberale». Il poeta epico Michelangelo Zizzi, dall’amena Valle d’Itria: «L’uomo e il suo amore di Alcide Pierantozzi, il romanzo di Massimiliano Parente, Contronatura, un ardente romanzo senza fabula, e dulcis in fundo La metafisica della guerra di Julius Evola». Francesco Vergovich, voce storica di Radio Radio: «Ho selezionato questi tre libri: Chi ha paura muore ogni giorno di Giuseppe Ayala, Commedia all’italiana di Enrico Vanzina e La politica nel cuore di Paolo Cirino Pomicino». Il professor Alessandro Campi, docente di storia del pensiero politico all’Università di Perugia, in procinto di partire per l’India non sfugge al nostro interrogatorio libresco: «Ho riletto un vecchio Oscar Mondadori, Gli Scapoli di Henry de Montherlant, L’autodifesa di Guicciardini e una antologia di scrittori indiani, indispensabile in vista del prossimo viaggio». Giano Accame, scrittore e editorialista del Secolo, in vacanza a Loano, in provincia di Savona, ha con se l’ultimo numero di Letteratura Tradizione, la rivista di cultura curata da Sandro Giovannini: «Sto apprezzando alcuni saggi pubblicati su un periodico davvero di spessore: tra questi il lavoro di Massimo Bagicalupo su Ezra Pound e di Claudio Bonvecchio sulla deriva dei cyber politici. Le altre mie letture? Il saggio di Ernesto Zucconi, direttore di Storia del Novecento, Quelle donne dimenticate, edito da Ma.ro., sulla strage di donne assassinate dai partigiani a Cuneo, Il libro nero del petrolio, di Thomas Seifert e Klaus Werner, e Tra le città morte, dell’inglese Anthony .C. Grayling, una autocritica del mondo culturale anglosassone sulla “necessità” dei bombardamenti sui civili nelle città tedesche nella seconda guerra mondiale». Il poeta nicciano Sandro Marano, con l’ausilio della brezza estiva pugliese, leggerà «Il sergente della neve di Mario Rigoni Stern, Le donne non ci vogliono più bene di Enrico De Boccard e Le origini del pensiero greco di Jean Pierre Vernant». Lo scrittore fiorentino Enrico Nistri, in estate di stanza tra Viareggio e Forte dei Marmi, è uno dei conduttori della Versiliana di Romano Battaglia, rivela le sue tre letture preferite: «Fratelli separati di Maurizio Serra, La mia vita di Giorgio Actiog, storia di un giornalista tra fascismo, ricostruzione e miracolo economico, infine Mademe Terror». Bruno Giurato, critico letterario e musicale de Libero e Il Foglio, ritorna ai classici: «Rileggerò L’Iliade, ma certamente non nella traduzione di Alessandro Baricco. Poi Terra Matta di Vincenzo Rabito, racconto di un analfabeta che supera in bravura tanti romanzieri contemporanei, e Trilogia della frontiera di Cormac McCarthy».
Tre libri con tre storie anche per Umberto Croppi, assessore alla cultura del Comune di Roma: «Ho appena finito La solitudine del cittadino globale del sociologo Zygmunt Bauman, un’analisi originale di una sfaccettatura della modernità; mi porterò nel viaggio in Mongolia Le leggi della pienezza. Creare, innovare, produrre, cose di Rich Gold, un gioiellino, dono di un amico. E l’altro libro che avrò con me sarà La città bianca e il diavolo, di Erich Larson: un romanzo storico ambientato in una tra le città americane che amo di più».
Ricca anche la selezione libraria dell’attore Enrico Montesano: «Sto rileggendo 1984 di George Orwell, romanzo attuale in tempi di dominio della tv e del virtuale. Poi La rivoluzione dei Templari di Marcella Cerrini, L’ombra di Woody, scritto da Ottavio Jemma, sul declino del regista americano, Il Cigno nero di Taleb Nassim su come l’imprevedibile guida le nostre vite; e l’ultimo di Giulio Tremonti. Sto curando una parodia del ministro nei miei spettacoli… Ma senza dubbio ammiro molto l’uomo e soprattutto lo studioso».
Letture non commerciali, «libri con i quali vivo»: l’attore teatrale Pippo Franco spiazza con saggi legati allo spirito ed alle religioni: «Porto con me sempre Il significato della felicità di Alan Watts, e sto approfondendo Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Peter D. Ouspensky, un autore russo della scuola del mistico armeno Georges Gurdjieff. E di René Schwaller de Lubicz, La teocrazia faraonica. Non saranno libri “estivi”, ma riguardano la ricerca spirituale che è l’aspetto della vita che mi interessa di più».
Il giovane deputato romano Marco Marsilio leggerà «in inglese la saga di Tolkien e Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini». Uno sguardo tutto per l’attualità nella trilogia scelta da Giorgia Meloni, ministro della gioventù: «Perché dobbiamo fare più figli di Piero Angela ovviamente legato al problema demografico, La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, giovane prodigio, e Il rovescio delle medaglie di padre Bernardo Cervellera, sulla querelle aperta dei diritti umani in Cina».
Michele De Feudis è giornalista e scrittore, collaboratore di varie testate tra cui il Secolo d'Italia. Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Roberto,
grazie come sempre di far rivivere i nostri articoli sulla rete.
Per la curiosità dei nostri amici internauti, l'autore di questa inchiesta indiscreta (alla fine mi sono intrufolato sotto gli ombrelloni di una cinquantina di amici) sta leggendo Junger, Visita a Godenholem, e Alla festa della Rivoluzione della Salaris.
un abbraccio
Michele

Roberto Alfatti Appetiti ha detto...

Ottime letture, Michele!
E grazie a te.
Io, invece, ho da poco terminato - e lo consiglio rispetto all'anemica narrativa italiana - "La bastarda di Istanbul" di Elif Shafak, libro non nuovo (mi pare sia uscito per la prima volta nell'edizione italiana nel 2006) ma recentemente tornato in libreria nella più economica serie Oro della Rizzoli (e risparmiare non fa male).
Tornando agli ombrelloni, mi è capitato spessissimo di trovare persone alle prese con "Gomorra", opera importante finché si vuole, ma non su una splendida sabbia e immersi nel sole. Per tale location, sarebbe preferibile, al limite, un rotocalco.
A presto
Roberto