


«Qualcuno potrebbe dare un colore politico al giorno da me scelto, quel 28 ottobre che sarebbe anche l’anniversario della Marcia su Roma, quella che aprì le porte al famoso ventennio – chiosa sornione – ma sarebbe una valutazione errata. 28 0ttobre era il mio indirizzo di casa quando sono nato, al numero civico 21».
A differenza dell’editore Gino Sansoni, marito di Angela Giussani, “mamma” di Dia


Carismatico quanto schietto, sempre sopra le righe, Max non ha mai cercato di compiacere altri se non il pubblico e proprio la sua capacità di anticipare le tendenze del momento – sintonizzarsi con la pancia dei lettori, direbbero i detrattori – ne ha fatto sin dagli esordi uno degli sceneggiatori di fumetti più seguiti.
Dopo i primi lavori – giovanissimo crea per l’editoriale Corno, di cui diventerà deus ex machina, le storie western di Maschera Nera e quelle fantascientifiche di Atomik – nel ‘64 raccoglie la sfida del “nero italiano” inaugurata da Diabolik, rilanciandola con la vena anarchica e grottesca che caratterizzerà i suoi personaggi. Due su tutti,

«Se Diabolik iniziò il discorso dell’eroe negativo giostrando con il fioretto - ha raccontato Secchi – Kriminal e Satanik esplosero con la scimitarra. Il fumetto prima di allora presentava eroi bravi, buoni, senza difetti, che non mangiavano mai né facevano l’amore. La sintesi può essere rappresentata dal sottotitolo del settimanale cattolico Il Vittorioso: “sano, forte, leale, generoso”. L’ipocrisia giocava un ruolo determinante. Si avvertiva la necessità di cambiare, di rompere gli schemi e tabù come quello d

Non esagera, il vecchio Max. Ancora all’alba dei Sessanta fumare in strada poteva considerarsi quantomeno sconveniente per una donna. Le nuove generazioni, al contrario, si apprestavano a scendere in piazza per rivendicare la liberazione sessuale. Il mondo stava cambiando e Secchi ne colse gli umori prima di altri, andando incontro a vere e proprie rappresaglie. «Una marea travolgente di denunce e sequestri – ha ricordato – e poi la persecuzione della stampa, che era di un retrivo impressionante. Ho subito una ventina di processi contro la morale pubblica, sempre assolto in appello. Dovrebbero costruirmi un monumento, subito, senza aspettare il mio trapasso, visto che grazie a me e al mio sacrificio si è aperta una enorme libertà espressiva».
Instancabile, Bunker nel ‘67 lancia la rivista Eureka, un comics magazine che porterà alla ribalta per

Quello con Magnus, nel frattempo, si evidenzia subito come uno dei sodalizi artistici più felici e versatili del fumetto italiano, in grado di reinterpretare attraverso feroci parodie tutti i filoni della narrativa popolare: dallo spionaggio (Dennis Cobb) alla fantascienza (Gesebel) per arrivare al “mitico” Maxmagnus, un sovrano medievale spietato quanto spudoratamente corrotto.
Il successo vero, però, arriva nel ’69 con Alan Ford. Dopo una tiepida accoglienza, l’albo – nel tradizionale formato pocket – si imporrà come un vero e proprio cult, tanto da ott



Nel ‘73, dopo aver realizzato insieme ben settantacinque avventure di Alan Ford, Bunker e Magnus (nella foto) prendono strade diverse. Si separava così la strana coppia, come la chiamavano. Perché uno – Bunker – era considerato di destra e l’altro – Magnus – di sinistra. Eppure, paradossalmente, sarà quest’ultimo a dare vita, per le Edizioni del Vascello di Renzo Barbieri, a Lo Sconosciuto, il personaggio più “fascista” dell’universo dei fumetti. Ideato di ritorno da un viaggio in Nord Africa, dove Magnus aveva conosciuto alcuni ex combattenti, e dopo diversi colloqui con il cantautore Francesco Guccini – che collaborò anche alla sceneggiatura del primo episodio – Unknow, come si fa chiamare, è un “duro” a suo agio con l

Stessa sorte toccò a Kriminal e Satanik. Durarono “solo” dieci anni. «Ritenevo che avessero compiuto la loro missione: la rivoluzione del fumetto». Salvo poi riapparire sotto forma di ristampe quando Secchi, a metà degli anni Ottanta – esaurita l’esperienza della Corno, fondò una propria casa editrice, la Max Bunker Press.
Non che la sua vena creativa fosse esaurita. «La realtà stimola la fantasia e sovente ne è di gran lunga superiore – ha sottolineato Secchi – nessuno scene

Tanti sono i personaggi creati per la MBP, tra i quali il giornalista Angel Dark, l’investigatrice “gay” Kerry Kross («Tra le tante chiacchiere sulla libertà di costume, il personaggio di una lesbica mi era stato respinto»), la criminologa Beverly Kerr, il sacerdote detective Padre Kimberly e infine, quest’estate, l’agente FBI Pepper Russel, prima donna di colore ad avere una testata tutta sua in Italia.
L’ennesima scelta controcorrente, perché – citando Grunf von Grunt del Gruppo TNT – «Chi vola vale, chi vale vola, chi non vola è un vile».
3 commenti:
Complimenti, come sempre, per il blog.
Roberto, mi puoi contattare qui:
carlo.gambescia@gmail.com.
Vorrei chiedere una cortesia all'intelligente archivista del "secoloblogosfera" ;-)
Un caro saluto,
Carlo
Fatto!
Grazie Carlo.
:)
Un accennino sulle "110 pillole" no, eh? ;-)
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