Dal Secolo d'Italia, edizione domenicale del 28 dicembre 2008
«Da un grande potere derivano grandi responsabilità». Il buon Peter Parker – in arte Spiderman – segue il richiamo dello zio Ben, sbaraglia il suo lato oscuro e torna a essere il bravo ragazzo che vigila su New York. Fine del film. Applausi bipartisan nel nome della tolleranza zero. Ma gli altri supereroi come se la passano? Male, almeno stando a quanto riferisce Marco Mancassola nel suo ultimo romanzo, La vita erotica dei Superuomini (Rizzoli, pagg. 569, € 21,50). Non bastavano la progressiva perdita dei poteri e la vecchiaia incombente, ignoti cospirano per eliminarli. Robin è il primo a essere fatto fuori. Poi Batman, ombra degenerata del campione di Gotham City. E infine Mystique, la mutante che si è velinizzata per riciclarsi in tv. L’Uomo di gomma dei Fantastici 4 s’è dedicato alla scienza ma la passione per una giovane ricercatrice e l’assassinio del figlio lo gettano nella disperazione. I supereroi hanno fallito e sono chiamati a pagare il conto delle illusioni del Novecento. Mancassola legge l’attualità attraverso la lente della cultura pop. «La nostra epica – l’ha battezzata Vittorio Macioce – perché come gli eroi di Omero – scrive – Superman e gli altri sono lo specchio degli umani, sono le loro paure, miserie, invidie, meschinità».
E – ci domandiamo – chi potrebbero essere gli alter ego delle personalità più illustri? Del Dalai Lama è sicuramente Silver Surfer, icona per eccellenza della purezza d’animo, anche lui esiliato dal suo pianeta, Zenn-La, civiltà evoluta dove è sconosciuta la parola violenza. Come il Dalai Lama, anche il personaggio della Marvel ha nemici spietati del calibro di Galactus, «il divoratore di mondi», colui che ha cercato di servirsene minacciando di distruggere il suo pianeta (potremmo chiamarlo, per declinare al presente, genocidio culturale). Se l’eroe creato da Stan Lee e disegnato da John Bucema è in grado di sfrecciare – con la tavola da surf, dello stesso materiale argenteo della sua pelle – a velocità superiore a quella della luce, non è che la massima autorità temporale del Tibet viaggi di meno, sia pure in aereo. In Italia – nell’era bertinottiana – a colui che nel 1989 venne assegnato il premio Nobel per la Pace, è stata rifiutata l’accoglienza alla Camera. Nicholas Sarkozy, in veste di presidente di turno dell’Unione Europea, lo ha ricevuto con tutti gli onori, scatenando le proteste del governo cinese. A conferma che anche senza super poteri, se un’idea merita di essere difesa, bisogna essere disposti a correre qualche rischio. Come diceva quel vecchio signore incanutito che si chiamava Ezra Pound.
E – ci domandiamo – chi potrebbero essere gli alter ego delle personalità più illustri? Del Dalai Lama è sicuramente Silver Surfer, icona per eccellenza della purezza d’animo, anche lui esiliato dal suo pianeta, Zenn-La, civiltà evoluta dove è sconosciuta la parola violenza. Come il Dalai Lama, anche il personaggio della Marvel ha nemici spietati del calibro di Galactus, «il divoratore di mondi», colui che ha cercato di servirsene minacciando di distruggere il suo pianeta (potremmo chiamarlo, per declinare al presente, genocidio culturale). Se l’eroe creato da Stan Lee e disegnato da John Bucema è in grado di sfrecciare – con la tavola da surf, dello stesso materiale argenteo della sua pelle – a velocità superiore a quella della luce, non è che la massima autorità temporale del Tibet viaggi di meno, sia pure in aereo. In Italia – nell’era bertinottiana – a colui che nel 1989 venne assegnato il premio Nobel per la Pace, è stata rifiutata l’accoglienza alla Camera. Nicholas Sarkozy, in veste di presidente di turno dell’Unione Europea, lo ha ricevuto con tutti gli onori, scatenando le proteste del governo cinese. A conferma che anche senza super poteri, se un’idea merita di essere difesa, bisogna essere disposti a correre qualche rischio. Come diceva quel vecchio signore incanutito che si chiamava Ezra Pound.
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