venerdì 9 gennaio 2009

My generation (racconto di Giorgio Ballario ispirato ai tragici fatti di Acca Larentia)

My Generation
di Giorgio Ballario
Racconto

Oggi non c’è nessuno in questo cimitero di provincia. Fa freddo e nevica. Fuori le automobili passano veloci, sollevando spruzzi dalle pozzanghere, e poco più in là un negoziante sta togliendo gli addobbi natalizi dalle vetrine. Il chiosco del fiorista ha già le serrande mezze abbassate: fa buio presto e dopo le quattro, a far visita alle tombe, non ci viene più nessuno. Devo correre sull’asfalto ghiacciato per riuscire a comprare un vasetto di ciclamini prima che chiuda.
Mi avvio per il vialetto deserto e sotto le scarpe sento scricchiolare la neve frammista a ghiaia. Gli occhi fissi dei defunti mi osservano dalle fotografie marmorizzate appese alle lapidi, alcuni di loro mi sembra persino di conoscerli. O di averli conosciuti. Sono tanti anni che c’incontriamo qui: loro sempre uguali, io ogni volta più rugoso e ingrigito.
Svolto in un viottolo costeggiato da vecchi cipressi. Ce n’è un paio in meno, quest’anno. Forse s’erano ammalati e sono stati abbattuti. Ma le mani forti e sapienti del giardiniere hanno già provveduto a piantarne due nuovi, alti appena pochi centimetri, che spuntano testardamente dalla neve. Se passeranno l’inverno, in primavera germoglieranno e si avvieranno a diventare due alberelli di tutto rispetto, degni di sorvegliare la quiete del camposanto.
Senza neanche rendermene conto, sono già davanti alla tua tomba. Mentre pensavo ai cipressi le gambe mi ci hanno portato, come un vecchio cavallo che riconosce la strada per la sua scuderia. Anche quest’anno nessun fiore fresco. I tuoi vecchi non ci sono più e tua sorella si è trasferita all’estero. Viene una volta all’anno, quando può. Mi tolgo il berretto di lana, incurante dei fiocchi che si depositano sui capelli sempre più radi, sciogliendosi al contatto con la cute ancora calda. Quando sono uscito dalla mia casetta nevicava pure là, sui monti. E sul treno non sono riuscito a riscaldarmi, né sull’autobus mezzo vuoto che mi ha portato fino a qui. Con la mano avvolta nel guanto di pile cerco di scostare la neve dalla lapide. Mi appare quella data, che ci ha cambiato per sempre: 8 gennaio 1978.

Continua a leggere qui il racconto: Thriller Magazine

Giorgio Ballario è nato a Torino nel 1964. Giornalista, ha lavorato per l'agenzia di stampa Agi, è stato corrispondente per svariati quotidiani nazionali (Messaggero, Giorno, Indipendente) e redattore del settimanale Il Borghese. Dal 1999 lavora a La Stampa, dove si è occupato di cronaca nera e giudiziaria. Ha pubblicato un romanzo noir dal titolo Morire è un attimo (Edizioni Angolo Manzoni, pp. 224 euro 14).

Per maggiori informazioni sull'autore e sul romanzo leggi la mia recensione-intervista o quella di Susanna Dolci.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie