mercoledì 4 marzo 2009

"African Inferno" di Piersandro Pallavicini, il romanzo antirazzista che piace alla destra (di Tommaso Pellizzari)

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Articolo di Tommaso Pellizzari
Dal Corriere della Sera di mercoledì 4 marzo 2009
Il Corriere della Sera dedica oggi un bell'articolo ad African Inferno, il nuovo romanzo di Piersandro Pallavicini (nella foto), e richiama la mia recensione dello scorso 29 gennaio.

Il caso «African Inferno» ridimensiona il pregiudizio positivo verso gli extracomunitari.
Il «Secolo» lo loda, la stampa di sinistra lo ignora.
Pallavicini, il romanzo antirazzista che piace alla destra.
Sandro Farina è un over 40 impiegato comunale a Pavia, con l' incarico di organizzare eventi culturali, in particolare legati alla riscoperta e alla valorizzazione della gastronomia. È sposato con Marisa, figlia di illustre avvocato, e ha una figlia, la piccola Chiara, per cui stravede. L' altra grande passione di Sandro sono gli extracomunitari africani. Convinto che facilitarne l'integrazione sia «la Resistenza del nuovo millennio», li frequenta, li aiuta, esce con loro la sera anche dopo che la moglie ha perso lo slancio iniziale che aveva spinto la coppia ad impegnarsi anche in associazioni di volontariato. Non è solo un fatto etico: la quotidianità e la visione del mondo di questi ragazzi sono per Sandro una specie di ultimo residuo di giocosità e divertimento rispetto agli obblighi della maturità. Dev'essere proprio per questo che una serata con l'amico congolese Joyce si trasforma in un' avventura che farà saltare per aria il matrimonio di Farina e lo costringerà a ricominciare da zero: in un piccolo e triste appartamento in condivisione con altri due africani. Sandro Farina è una creatura di Piersandro Pallavicini (nella foto), 46 anni, professore di chimica all' Università di Pavia, attivo nel volontariato con extracomunitari, appassionato di cucina, padre di una bambina e romanziere: African inferno è il suo sesto libro, appena pubblicato da Feltrinelli (pagine 330, 18) all' interno della campagna «Il razzismo è una brutta storia». Il primo, lunghissimo ed estremamente positivo articolo sul suo libro è uscito sul Secolo d' Italia il 29 gennaio. La cosa ha una sua logica, visto che il protagonista del romanzo è lentamente costretto a ridimensionare il suo irritante (e Pallavicini lo rende benissimo) pregiudizio positivo verso ogni extracomunitario. Uno dei suoi coinquilini, il camerunese Richard, ha un'incredibile esplosione di rabbiosa gioia alla notizia della morte di Fabrizio Quattrocchi in Iraq. Certo, l' origine di tutto questo è l'odioso comportamento degli italiani nei suoi confronti, ma che dire dei ricatti morali che impone a Farina pur di continuare i suoi loschi traffici? L' altro, il pure lui camerunese Modestin, ha su Internet una vita parallela che non può ammettere nemmeno a se stesso. E non mancano i pregiudizi nazionali: la sorella di Joyce, Jadore, invita Farina a diffidare di Richard. Motivo? «È camerunese. So come sono i camerunesi». Insomma, il Secolo dà la sua benedizione. Pallavicini ne è così contento da riprodurre l' articolo su Facebook, premettendo quanto sia «sorprendente vedere un libro che aderisce alla campagna anti-razzista di Feltrinelli - e edito appunto da un editore con grande tradizione di sinistra - trattato con intelligenza, pacatezza, senso, dal giornale di Alleanza nazionale». Segue (mini)dibattito su ideologia, recensioni, imparzialità, schieramenti, indipendenza. Poi basta, a parte due recensioni sul Riformista e sulla Stampa, ma con taglio letterario. E, si dice, un Piersandro Pallavicini che si ritrova ad assomigliare al suo Sandro Farina per un dettaglio biografico in più: la delusione. Non nei confronti degli extracomunitari, ma della stampa «antirazzista» e «con grande tradizione di sinistra». Che su certi libri avrebbe all'improvviso raffreddato il suo interesse. E poi uno dice che con Facebook non bisogna andarci cauti...
Tommaso Pellizzari
Pagina 41(4 marzo 2009) - Corriere della Sera

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