Dal Secolo d'Italia di martedì 12 gennaio 2009
La diciannovesima giornata di campionato, l’ultima del girone di andata, designa nel Milan la squadra maggiormente accreditata a sfidare l’Inter (fino alla fine?) nel duello per lo scudetto. I rossoneri hanno avuto la meglio nella sfida contro la Juventus, all’Olimpico di Torino, e rispondono pertanto ai cugini nerazzurri che sabato avevano battuto, in circostanze rocambolesche, il piccolo Siena che ha solo sfiorato il colpaccio. Bianconeri di Torino in crisi profonda, tra contestazioni di fuoco – nel vero senso della parola: fiamme sugli spalti a fine gara – e richieste di dimissioni di una parte della tifoseria nei confronti dell’allenatore Ciro Ferrara. La maledizione della città della Mole non risparmia nemmeno il Torino, che annaspa in serie B: giocatori aggrediti nella serata dell’Epifania, voci di presunte scommesse effettuate da una parte degli stessi, e una nuova sconfitta (0-2 col Cittadella). La tragedia granata diventa farsa col nuovo esonero del tecnico Beretta e il ritorno di Stefano Colantuono. In serie A vincono Napoli, Fiorentina e Palermo, oltre alla Roma nell’anticipo di sabato: tutte realtà che si pongono il concreto obiettivo di darsi battaglia fino alla fine per un posto in Europa. Quanto ai singoli Alessandro Nesta, autore del primo gol del Milan a Torino e Luca Toni – oltre a Francesco Totti – sembrano davvero intenzionati a mettere in difficoltà il commissario tecnico della Nazionale, Marcello Lippi, che potrebbe riaprire le porte per qualcuno di questi “anziani”, sempre in grado di garantire esperienza alla causa azzurra in vista dei prossimi mondiali sudafricani.
Il campionato vive, dunque, dei suoi soliti rituali, di sconfitte, vittorie e pareggi che lo rendono affascinante agli occhi degli appassionati. Rituali scanditi ormai da cinquant’anni da Tutto il calcio minuto per minuto, storica trasmissione di Radio Uno che celebrato il mezzo secolo di vita. Era il 10 gennaio 1960 quando Guglielmo Moretti, capo della redazione sportiva della Rai, subì la folgorazione in Francia, ascoltando la radio. Perché Oltralpe c’erano già le radiocronache delle partite: si trattava di partite di rugby, che venivano commentate in diretta nell’ambito della trasmissione Sport et musique. E proprio dalla radiocronaca delle sfide da palla ovale francesi, nacque uno dei programmi storici del calcio italiano, co-ideato da Sergio Zavoli, all’epoca capo della redazione radiocronache. Un effetto emozionante collettivo ha colto di sorpresa gli ascoltatori che, poco prima delle 15 di domenica 10 gennaio 2010, hanno potuto ascoltare nuovamente le voci del passato: Ferretti da Firenze, Foglianese da Napoli, Luzzi da Genova e Grifoni da Livorno che hanno dato le formazioni iniziali. Un tuffo nel passato, nel cuore degli anni Ottanta quando Tutto il calcio era verosimilmente l’unico modo possibile per tutti i tifosi di stare realmente a fianco della propria squadra. Non c’erano ancora le pay tv, ma anche la celebrazione per il cinquantesimo anniversario della popolare trasmissione radiofonica ha dovuto adeguarsi ai tempi. I festeggiamenti, infatti, hanno fatto il giro del mondo grazie alla tv satellitare: oltre all’omaggio di Quelli che il calcio su Rai Due, le immagini di Filippo Corsini e Alfredo Provenzali dagli studi di Saxa Rubra sono state trasmesse anche su Rainews 24 e per La giostra del gol, programma di Rai Italia per l’estero.
Inevitabile, nella giornata di celebrazioni, non ricordare le mitiche voci di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, di Roberto Bortoluzzi e Nando Martellini. Tutte personalità di grande levatura culturale, le cui cronache sono tuttora ricordate per la particolarità di certe espressioni. È il caso della «ventilazione inapprezzabile» di Sandro Ciotti: il giornalista romano, cresciuto professionalmente alla Voce Repubblicana, con un passato di calciatore tra le fila delle giovanili della Lazio, del Forlì e dell’Anconitana in C, è stato anche autore di apprezzati documentari per la tv – se ne ricordano due su Luigi Tenco – oltre che di canzoni di successo per Enzo Jannacci (la censurata Veronica) e Peppino Di Capri (Volo). Sandro Ciotti che esclamò «Clamoroso al Cibali!» quando il Catania battè la Juventus nel’61 e che era solito interrompere l’altro grande collega col celebre «Scusa Ameri». Enrico Ameri, prima voce della trasmissione per venticinque anni, che da giovane ha combattuto nella Rsi, e non ha mai nascosto la passione per il Genoa: nel 1993, anno della sua ultima radiocronaca – per una gara di Coppa Italia del Milan – si schierò a sostegno della candidatura di Gianfranco Fini a sindaco di Roma.
Personaggi che hanno contribuito a trasmettere quella che è una storia orale, la storia del calcio italiano, anche secondo il parere dell’attuale prima voce di Tutto il calcio, Riccardo Cucchi, che ha raccolto il testimone di Ameri, e che rassicura: «Sono d’accordo con chi pensa che il calcio alla radio abbia molto di poetico. Raccontare le partite attraverso la radio è molto romantico e affonda addirittura le radici anche in personaggi famosi e tradizioni del passato. Chi non ricorda, ad esempio, le poesie di Umberto Saba che parlava della sua Triestina?».
Il campionato vive, dunque, dei suoi soliti rituali, di sconfitte, vittorie e pareggi che lo rendono affascinante agli occhi degli appassionati. Rituali scanditi ormai da cinquant’anni da Tutto il calcio minuto per minuto, storica trasmissione di Radio Uno che celebrato il mezzo secolo di vita. Era il 10 gennaio 1960 quando Guglielmo Moretti, capo della redazione sportiva della Rai, subì la folgorazione in Francia, ascoltando la radio. Perché Oltralpe c’erano già le radiocronache delle partite: si trattava di partite di rugby, che venivano commentate in diretta nell’ambito della trasmissione Sport et musique. E proprio dalla radiocronaca delle sfide da palla ovale francesi, nacque uno dei programmi storici del calcio italiano, co-ideato da Sergio Zavoli, all’epoca capo della redazione radiocronache. Un effetto emozionante collettivo ha colto di sorpresa gli ascoltatori che, poco prima delle 15 di domenica 10 gennaio 2010, hanno potuto ascoltare nuovamente le voci del passato: Ferretti da Firenze, Foglianese da Napoli, Luzzi da Genova e Grifoni da Livorno che hanno dato le formazioni iniziali. Un tuffo nel passato, nel cuore degli anni Ottanta quando Tutto il calcio era verosimilmente l’unico modo possibile per tutti i tifosi di stare realmente a fianco della propria squadra. Non c’erano ancora le pay tv, ma anche la celebrazione per il cinquantesimo anniversario della popolare trasmissione radiofonica ha dovuto adeguarsi ai tempi. I festeggiamenti, infatti, hanno fatto il giro del mondo grazie alla tv satellitare: oltre all’omaggio di Quelli che il calcio su Rai Due, le immagini di Filippo Corsini e Alfredo Provenzali dagli studi di Saxa Rubra sono state trasmesse anche su Rainews 24 e per La giostra del gol, programma di Rai Italia per l’estero.
Inevitabile, nella giornata di celebrazioni, non ricordare le mitiche voci di Sandro Ciotti ed Enrico Ameri, di Roberto Bortoluzzi e Nando Martellini. Tutte personalità di grande levatura culturale, le cui cronache sono tuttora ricordate per la particolarità di certe espressioni. È il caso della «ventilazione inapprezzabile» di Sandro Ciotti: il giornalista romano, cresciuto professionalmente alla Voce Repubblicana, con un passato di calciatore tra le fila delle giovanili della Lazio, del Forlì e dell’Anconitana in C, è stato anche autore di apprezzati documentari per la tv – se ne ricordano due su Luigi Tenco – oltre che di canzoni di successo per Enzo Jannacci (la censurata Veronica) e Peppino Di Capri (Volo). Sandro Ciotti che esclamò «Clamoroso al Cibali!» quando il Catania battè la Juventus nel’61 e che era solito interrompere l’altro grande collega col celebre «Scusa Ameri». Enrico Ameri, prima voce della trasmissione per venticinque anni, che da giovane ha combattuto nella Rsi, e non ha mai nascosto la passione per il Genoa: nel 1993, anno della sua ultima radiocronaca – per una gara di Coppa Italia del Milan – si schierò a sostegno della candidatura di Gianfranco Fini a sindaco di Roma.
Personaggi che hanno contribuito a trasmettere quella che è una storia orale, la storia del calcio italiano, anche secondo il parere dell’attuale prima voce di Tutto il calcio, Riccardo Cucchi, che ha raccolto il testimone di Ameri, e che rassicura: «Sono d’accordo con chi pensa che il calcio alla radio abbia molto di poetico. Raccontare le partite attraverso la radio è molto romantico e affonda addirittura le radici anche in personaggi famosi e tradizioni del passato. Chi non ricorda, ad esempio, le poesie di Umberto Saba che parlava della sua Triestina?».
Giovanni Tarantino è nato a Palermo il 23 giugno 1983. Giornalista attento alle culture e alle dinamiche giovanili, lavora per E-Polis e collabora con il Secolo d’Italia. Si è laureato in Scienze storiche con una tesi dal titolo Movimentisti. Da Giovane Europa alla Nuova destra.
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