Dal Secolo d'Italia di martedì 12 gennaio 2009
Per reagire alla crisi di gioco e risultati della gestione Ferrara, la Vecchia Signora del calcio italiano punta tutto sulla juventinità. E' questa la chiave con cui leggere il ritorno nella dirigenza di Roberto Bettega e l'imminente arrivo dell'attaccante Davide Lanzafame. Entrambi nati a Torino e cresciuti nelle giovanili del club. Una risposta che punta sul fattore tutto immateriale del cuore e dell'attaccamento ai colori sociali, un segnale in controtendenza rispetto alle dinamiche aride del calcio-business.
Nelle vene hanno sangue bianconero. Bobby gol, tredici anni da bomber con la Juve dal 1970 al 1983 (324 presenze e 129 gol), ricopre da dicembre l'incarico di vice direttore generale e responsabile dell'area sportiva. Messo ai margini dopo lo scandalo di calciopoli, uscito senza macchie dalle inchieste della giustizia sportiva, dovrà fronteggiare una piazza infuriata, con una curva in rivolta dopo la debacle in Champions e i continui flop in campionato (comprese le tre sberle rimediate dal Milan all'Olimpico). Una bandiera per spegnere i fuochi di una contestazione che potrebbe diventare sempre più rovente.
Per il bombardiere attualmente a Parma, invece, si tratta della realizzazione delle aspirazioni di una vita sportiva. La prima volta che ha indossato la maglia della Juventus aveva sei anni. Fu subito selezionato per la squadra dei pulcini e ha fatto tutta la trafila delle giovanili. Del club di Corso Ferraris ha lo stile sobrio, la professionalità e la determinazione. E' esploso in Puglia, con il Bari. In panchina c'era Antonio Conte, un tecnico che porta sempre con sé i gradi di capitano bianconero. Veniva dal campionato Primavera. Si presentò nel capoluogo pugliese quasi con una settimana d'anticipo sulla data del ritiro. E iniziò a segnare ed a far innamorare delle sue sgroppate e dei suoi missili il San Nicola. Da qui il soprannome “Lanciafiamme”, che iconograficamente rappresenta al meglio l'esplosività fisica e il suo temperamento. Ha solo ventidue anni ma mostra già un carattere da gladiatore. Dopo la parentesi in biancorosso la Juve ne ha ceduto la comproprietà al Palermo. In Sicilia il tecnico Colantuono lo riteneva un terzino e così Davide decise di tornare a Bari, dove è stato tra i protagonisti della promozione dei record nella massima serie. Da quest'estate è a Parma: deciso ad affermarsi anche in A, ha trovato in Guidolin un mentore e ha brillato in tutti i ruoli dell'attacco, segnando anche due gol. A sedici anni dal suo ingresso nella famiglia bianconera, il giovane puntero potrà realizzare il sogno di sparare cannonate con la maglia che ama fin da bambino. Finalmente un Lanciafiamme in bianconero.
Nelle vene hanno sangue bianconero. Bobby gol, tredici anni da bomber con la Juve dal 1970 al 1983 (324 presenze e 129 gol), ricopre da dicembre l'incarico di vice direttore generale e responsabile dell'area sportiva. Messo ai margini dopo lo scandalo di calciopoli, uscito senza macchie dalle inchieste della giustizia sportiva, dovrà fronteggiare una piazza infuriata, con una curva in rivolta dopo la debacle in Champions e i continui flop in campionato (comprese le tre sberle rimediate dal Milan all'Olimpico). Una bandiera per spegnere i fuochi di una contestazione che potrebbe diventare sempre più rovente.
Per il bombardiere attualmente a Parma, invece, si tratta della realizzazione delle aspirazioni di una vita sportiva. La prima volta che ha indossato la maglia della Juventus aveva sei anni. Fu subito selezionato per la squadra dei pulcini e ha fatto tutta la trafila delle giovanili. Del club di Corso Ferraris ha lo stile sobrio, la professionalità e la determinazione. E' esploso in Puglia, con il Bari. In panchina c'era Antonio Conte, un tecnico che porta sempre con sé i gradi di capitano bianconero. Veniva dal campionato Primavera. Si presentò nel capoluogo pugliese quasi con una settimana d'anticipo sulla data del ritiro. E iniziò a segnare ed a far innamorare delle sue sgroppate e dei suoi missili il San Nicola. Da qui il soprannome “Lanciafiamme”, che iconograficamente rappresenta al meglio l'esplosività fisica e il suo temperamento. Ha solo ventidue anni ma mostra già un carattere da gladiatore. Dopo la parentesi in biancorosso la Juve ne ha ceduto la comproprietà al Palermo. In Sicilia il tecnico Colantuono lo riteneva un terzino e così Davide decise di tornare a Bari, dove è stato tra i protagonisti della promozione dei record nella massima serie. Da quest'estate è a Parma: deciso ad affermarsi anche in A, ha trovato in Guidolin un mentore e ha brillato in tutti i ruoli dell'attacco, segnando anche due gol. A sedici anni dal suo ingresso nella famiglia bianconera, il giovane puntero potrà realizzare il sogno di sparare cannonate con la maglia che ama fin da bambino. Finalmente un Lanciafiamme in bianconero.
Michele De Feudis è giornalista e scrittore, redattore di Epolis e collaboratore di varie testate tra cui il Secolo d'Italia e Il Tempo.
Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).
Dal 17 novembre 2009 cura, con Roberto Alfatti Appetiti e Giovanni Tarantino, "Sognando Beckham", le pagine che il Secolo d'Italia dedica allo sport ogni martedì.
Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).
Dal 17 novembre 2009 cura, con Roberto Alfatti Appetiti e Giovanni Tarantino, "Sognando Beckham", le pagine che il Secolo d'Italia dedica allo sport ogni martedì.
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