giovedì 10 giugno 2010

Perché anche "Wired" s'affida a Jünger (di Michele De Feudis)

Dalle tempeste d'acciaio d'inizio Novecento agli iPhone il passaggio è breve...
Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia di giovedì 10 giugno 2010
Prima o poi doveva pure accadere. Quindi non ci stupiamo del fatto che Ernst Jünger, l'irregolare per eccellenza del secolo scorso, l'anarca, il libertario di Wilflingen, sia diventato un autore di culto proprio sulle pagine di Wired, il mensile dell'avanguardia telematica. Maurizio Ferraris, filosofo e docente all'Università di Torino, sulle pagine del mensile ricorre infatti ai paradigmi dello scrittore tedesco per spiegare come "uno spaccapietre" viva meglio che un professionista, dal momento che alla fine della giornata può realmente "staccare", segnando una cesura rispetto al lavoro...
«Basta avere uno smartphone e il gioco è fatto: email, sms, link vi inseguono dappertutto, e mal che vada qualcuno potrà anche chiamarvi per sottoporvi qualche grattacapo», scrive lo studioso denunciando i rischi di una deriva verso la "mobilitazione totale".
Il riferimento alle tesi di Ernst Jünger era del resto d'obbligo: l'autore di Eumeswil «richiamandosi a Nietzsche - dice Ferraris - aveva proposto l'idea di una mobilitazione delle forze lavorative, una specie di mobilitazione della società». Dalle tempeste d'acciaio d'inizio Novecento agli iPhone il passaggio è d'altronde breve: ogni lavoratore risulta schiavo della tecnica e indissolubilmente legato alle logiche di produzione, anche fuori dal proprio orario di lavoro. D'altronde, Jünger aveva profetizzato internet già nel 1977 nel suo romanzo Eumeswil. Qui lo scrittore descriveva infatti il Luminar, un vero e proprio "schermo interattivo" che scandisce la vita dei protagonisti e introduce la dimensione della "simultaneità". E cos'è questo se non il web così come s'è espresso? «La tecnica - scriveva Jünger - possiede un sottosuolo. Si approssima alla realizzazione diretta delle idee, come suole avvenire nei sogni sembra mancare solo un piccolo passo ancora: esso potrebbe sbucar fuori dal sogno stesso, come da uno specchio. Ogni luogo desiderato deve essere raggiungibile in un attimo. Un mondo qualsiasi può essere cavato fuori dall'etere o, come nel Luminar, dalle catacombe».

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