martedì 21 giugno 2011

L'Aquila rugby verso la chiusura? L'assessore allo sport propone un tavolo per superare la crisi

Dal Secolo d'Italia del 21 giugno 2011
Un rugbista non muore mai, al massimo passa la palla. Con questo spirito, caratteristico del pallone ovale, si è tenuto sabato scorso al Tommaso Fattori di L’Aquila la prima edizione del memorial “Lorenzo Sebastiani”.
Davanti a centinaia di appassionati, a onorare il ricordo di “Ciccio” – il pilone della classe 1985 morto sotto le macerie del terremoto del 6 aprile 2009 – l’Aquila, titolari e under 20, Avezzano, Fiamme Oro, Gran Sasso e gli “amici di Lorenzo”. Due gironi e sfide di due tempi da sette minuti che hanno decretato la vittoria di misura delle Fiamme Oro proprio sui “giganti dell’Aquila”, compagni e amici di Ciccio, gli stessi che nei momenti immediatamente successivi al sisma, “guidati” dal capitano Maurizio Zaffiri, si diedero da fare per soccorrere i terremotati. All’epoca dell’egoismo globale, il gesto di Dario Pallotta – che estrasse, salvandoli, due anziani dai detriti – sembrò (e lo era) straordinario. Adesso ad aver bisogno di aiuto, invece, è proprio l’Aquila Rugby: il 10 luglio scade il termine per le iscrizioni al campionato d’eccellenza e c’è il rischio concreto che la storia quasi ottuagenaria di questa società sportiva, da anni alle prese con forti difficoltà economiche, venga cancellata. Appena dopo il terremoto, una boccata d’ossigeno arrivò da Silvio Berlusconi: 200mila euro che valsero al presidente del consiglio una maglia e la riconoscenza della squadra e della città. Una simbiosi, quella tra la cittadinanza e questo sport, che dura dal 1936, quando la squadra pur non partecipando ancora al campionato nazionale di A – di cui sarà per decenni protagonista assoluta – già si faceva notare nei tornei organizzati dai Comandi Federali della GIL. Si può facilmente immaginare, pertanto, l’apprensione dei tifosi. Sì, perché mentre tutte le altre squadre stanno già pianificando la prossima stagione, l’Aquila non sa come, con chi e soprattutto con quali soldi si iscriverà al campionato – se riuscirà a iscriversi – e se il Comune gli concederà (o meno) l’uso di una delle strutture sportive cittadine. Mesi e mesi di conferenze stampa in cui cordate di imprenditori interessati al rilancio della società si formavano e scioglievano come neve al sole.
Negli ultimi giorni, tuttavia, sembrava esserci stata una schiarita. Il passaggio di proprietà dall’attuale srl, presieduta da Romano Marinelli, ormai decisa a sventolare bandiera bianca, a Walter e Carlo Navarra – imprenditori milanesi di origine aquilana – pareva cosa fatta. La scorsa settimana uno degli ostacoli principali sembrava definitivamente superato con l’annunciata risoluzione dei diversi lodi arbitrali ancora aperti e la cui persistenza, secondo quanto prevede il regolamento federale, precluderebbe alla società la possibilità di iscriversi al campionato. La doccia fredda, però, è arrivata con il mancato accordo sulle modalità di cessione al termine di una vera e propria guerra fredda tra i consulenti delle due parti. Una questione non meramente procedurale ma sostanziale, in cui le diffidenze reciproche sembrano prevalere sull’interesse generale di dare un futuro a questa squadra. Le grosse incognite rimangono l’ampiezza del “buco” debitorio – i bilanci degli ultimi anni non sarebbero ancora stati depositati presso la Camera di Commercio e presenterebbero «tematiche da approfondire» – e l’indicazione chiara su chi gestirà la crisi, ovvero su chi sarà chiamato a ripianarlo e in che modo. Gli acquirenti gradirebbero che la vecchia dirigenza si facesse da parte subito per consentire loro un risanamento autonomo. Una situazione di impasse da cui occorre uscire e in fretta. A tal proposito un’iniziativa è stata assunta ieri dall’assessore allo sport della Provincia di L’Aquila, Guido Liris, che ha proposto un tavolo di lavoro aperto a tutti gli attori. «È importante – ci spiega l’esponente del PdL - che si faccia luce una volta su tutte su cifre, bilanci, tempi e modalità, prima di poter intavolare una trattativa che metta in gioco tutte le parti in cause e che ne chiarisca le posizioni. In primo luogo quella della Carispaq, l’istituto di credito che paradossalmente è allo stesso tempo socio dell’attuale proprietà e principale creditore della stessa, dalla quale deve avere oltre 500mila euro. Ripianare il debito, peraltro, non è più sufficiente, né si può tirare a campare anno dopo anno, limitandosi a tamponare le spese di gestione e pagare gli stipendi ai giocatori. Occorre un salto di qualità che riporti l’Aquila ai livelli che le competono. I Navarra hanno manifestato la volontà di fare investimenti importanti, con nuovi acquisti e strutture. Il Rugby deve rimanere parte viva dell’Aquila e, come istituzioni, abbiamo il dovere di tutelarlo in ogni sua forma». Disponibilità che la Polisportiva L’Aquila Rugby, l’associazione che ha la gestione del settore giovanile, ha raccolto immediatamente. «Nel recente passato – ricorda il presidente Angelo Cora, avvocato ed ex consigliere regionale di An – abbiamo rinunciato ai soldi che ci spettavano dal contratto per lasciarli di buon grado alla società, che ne aveva bisogno, e grazie agli sponsor siamo riusciti a svolgere tutta l’attività giovanile. Per l’unità del movimento rugbistico saremo a disposizione anche per il futuro e la polisportiva metterà a disposizione le strutture per disputare i campionati giovanili obbligatori dall’under 12 alla 18». La situazione, tuttavia, resta difficile e un ultimo sprone arriva da Massimo Mascioletti, leggenda del rugby aquilano. «Recentemente ho avuto un ictus ed è stato per me il secondo terremoto – ha dichiarato – ma io l’ho preso di testa, come nel rubgy. Questa è la mia e la nostra filosofia di vita: avanzare, sostenersi, continuare ad avanzare».
Roberto Alfatti Appetiti

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