martedì 17 gennaio 2012

Cantona, la vera "ribellione" è contro il potere delle banche (di Michele De Feudis)

Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia del 17 gennaio 2012
Ci sono tanti modi di utilizzare fuori dal rettangolo verde la propria immagine sportiva. Si può pubblicizzare l’ultima invenzione di una multinazionale dei telefoni portatili o sostenere le attività di una fondazione solidarista impegnata in una causa umanitaria. Eric Cantona, ex campione del Manchester United e attualmente dirigente sportivo, ha scelto di “spendere” la propria popolarità per portare l’attenzione dell’opinione pubblica francese su temi pregnanti, su nodi insoluti che la classe dirigente transalpina non affronta con la necessaria decisione: il genio marsigliese, chiedendo ai sindaci di tutta la nazione di sottoscrivere la sua candidatura alle prossime presidenziali, ha costretto i media a soffermarsi sulla questione annosa dell’emergenza abitativa e sullo strapotere delle banche, ed ai politici di professione ha fatto sapere, attraverso una lettera aperta pubblicata da “Liberation”, che punta a lanciare un messaggio di vicinanza “alle sofferenze quotidiane dei cittadini, dimenticate dai potenti”.
La provocazione di Cantona sarebbe piaciuta all’attore salentino Carmelo Bene per la sua portata immaginifica. Eric contava di segnare un gol nella porta inviolabile presidiata dai banchieri: «È inutile che tre milioni di persone manifestino per strada sventolando la loro bandierina, non serve a niente. Il sistema – spiegò l’ex Red Devil - è costruito sulle banche. E come si distruggono le banche? Riprendendoci il nostro denaro. Se tre, 10 milioni di persone ritirassero i soldi dal conto, le cose cambierebbero». Nel novembre 2010 fu testimonial dell’iniziativa denominata “Stop Banque”, auspicava il ritiro da parte dei cittadini del denaro depositato sui conti correnti: «Anche chi ha pochi soldi deve ritirarli, se tutti lo facessero sarebbe comunque molto più denaro di quanto le banche non ne detengano realmente in cassa. Gli istituti di credito sono potenti solo perché noi siamo in ginocchio, ma è inutile andare a manifestare per non essere ascoltati o magari prendere i colpi della polizia: un gesto semplice e simbolico può rimettere le cose a posto». E poi aggiunse: «Bisogna fare come Spaggiari», l’ex paracadutista protagonista de «la grande rapina di Nizza» del 20 luglio 1976: svuotate 300 cassette di sicurezza della Société Générale, bottino di 50 milioni di franchi. Le sue gesta criminali furono raccontate da Ken Follett nell'omonimo romanzo. «Il prosciugamento del caveau della Société Générale di Nizza? Una beffa per i benpensanti e per gli usurocrati della banca. Gai Saber e gusto della dissacrazione – scrisse lo scrittore di destra e filosofo controcorrente Paolo Signorelli - E poi, è più colpevole l’uomo che rapina una banca o la banca come predazione istituzionale? Sicuramente la banca. Così, non a caso, sosteneva Bertold Brecht. Per Albert il colpo rappresentò un’opera d’arte. Anche perché a lui era il gesto estetico che interessava, non il danaro». Spaggiari, ex della Legione straniera, divenne amico del senatore del Msi Tomaso Staiti di Cuddia, al quale cedette anche i diritti d’autore delle sue opere letterarie in Italia: si conobbero a Rio de Janeiro, e il ribelle francese fu fatalmente attratto dalla runa dorata che portava al collo il barone nero…
Cantona alla fine non sfiderà il presidente postgollista Nicolas Sarkozy né l’aspirante socialista François Hollande. L’estroso campione attraverso il clamore mediatico vuole porre nell’agenda politica la “mobilitazione generale per l'edilizia abitativa”, lanciata a settembre dalla Fondation Abbé Pierre (FAP) e da Emmaus, e alla quale ha aderito l’associazione Catholic Relief Services. L’obiettivo vero è costringere i candidati all’Eliseo a non trascurare le difficoltà di tanti cittadini e di numerosissime giovani coppie nell’acquistare una casa e nel poter onorare i mutui soggetti al rendimento altalenante dei mercati finanziari. Il programma della Fondation Abbé Pierre è perfettamente in linea con una certa idea della politica della destra sociale cresciuta con il mito di Araldo di Crollalanza, il ministro del fascismo che costruì a Bari le case popolari nella zona più bella della città, sul lungomare, per offrire anche ai meno abbienti una visione degna dalle finestre della propria abitazione: “La Fondation Abbé Pierre propone la costruzione di cinquecentomila case all'anno per cinque anni per superare la carenza, un controllo degli affitti, l'aumento della prevenzione degli sfratti e l'accesso agli alloggi per i poveri”.
“Mi domandate infastiditi perché insisto a parlare di calcio? Comprendo: è possibile – analizzava Edmondo Berselli nel saggio “Il più mancino dei tiri” – che a voi non interessi nulla neppure del football. Eppure, se appena ci si pensa, il calcio ha una singolare caratteristica basta pochissimo e un avvenimento calcistico, la figura e il gesto di un campione, la mossa tattica di un allenatore, “precipitano” immediatamente in uno spazio mitico”. Per questo motivo Eric, indomito navigatore nei mari del conformismo contrassegnato dalla bandiera nera dei pirati, con la sua ultima prodezza politica alza ancora una volta l’asticella dell’impegno dei calciatori nello spazio pubblico e spiazza i benpensanti.
Michele De Feudis

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